Quando un diciottenne silenzioso entra al Maradona e decide di farsi notare con un colpo di tacco da videogame, è chiaro che non si parla di un talento qualsiasi. Il gol di Jeff Ekhator contro il Napoli è stato più di una giocata spettacolare: è stato un biglietto da visita. Ma chi è davvero questo attaccante genovese con il Grifone nel cuore e le idee molto chiare? In questo articolo si passa dalle sue radici a Sampierdarena alla corsa verso una possibile convocazione in Nazionale, con una tappa obbligata nel territorio più delicato di tutti: il Fantacalcio. Perché sì, dopo quel tacco, qualcuno ha giustamente iniziato a chiedersi se valga la pena investirci crediti veri.

 

Jeff Ekhator del Genoa: chi è e quali sono le sue origini

 

Un gol di tacco in Serie A non è un vezzo da highlights: è un marchio distintivo che, nel curriculum, appartiene solo a chi ha lasciato il segno. Ibrahimovic, Quagliarella, Pastore, Mancini… gente che quando toccava il pallone non lo accompagnava, lo firmava. L’ingresso di Jeff Ekhator in questo club ristretto è un biglietto da visita che dice una cosa chiara: il Genoa ha tra le mani un talento su cui costruire il futuro. E magari, un domani, qualcosa di ancora più grande.

 

Ma basta frenare l’entusiasmo il giusto: Ekhator è un classe 2006, ha diciotto anni e una strada ancora tutta da percorrere. Le potenzialità sono evidenti, le aspettative pure. Crescere e migliorare è un obbligo, non un optional. A guidarlo però non c’è l’ombra di Ibrahimovic o di qualche altra star da poster: il suo idolo calcistico è stato qualcuno che ha visto da vicino, nei corridoi e nei campi durante le giovanili del Genoa. Christian Kouamé.

 

Non è un nome da copertina, ma è uno che gli ha acceso qualcosa dentro. E infatti lo stile di gioco di Ekhator ne porta le tracce: fisicità importante, ma anche capacità di attaccare la profondità e muoversi con intelligenza. Detto questo, le similitudini finiscono presto. Kouamé faceva sognare i tifosi rossoblù per i gol. Ekhator li fa sognare per i gol, certo, ma anche per qualcosa di più profondo: l’appartenenza.

 

È italiano, figlio di genitori nigeriani, nato a Genova nel quartiere di Sampierdarena. E tifoso del Grifone da sempre, non per convenienza ma per dna calcistico. È cresciuto sui campi del Don Bosco, dove ha iniziato a farsi notare prima da Sampdoria ed Entella, poi dal Genoa che lo ha portato nelle proprie giovanili. Da lì, la scalata: i gol con l’Under 18, l’esordio in prima squadra con Gilardino, la convocazione in Serie A e, più recentemente, l’approdo in Under 21 con l’Italia. Un percorso rapido, quasi inevitabile, ma ancora tutto da scrivere.

 

Ekhator e la Nazionale: può giocare con l'Italia?

 

Quando un ragazzo del 2006 entra in Under 21 con la naturalezza di chi bussa ed entra, la domanda viene spontanea: quanto manca alla chiamata dei “grandi”? Nel caso di Jeff Ekhator, la risposta non è fantascienza. La strada è ancora lunga, ma il primo passo l’ha già fatto: la convocazione con l’Under 21 certifica che il talento è riconosciuto, monitorato e inserito in un percorso tecnico federale.

 

E qui è bene chiarirlo subito: nessun rischio di un caso alla Ahanor. La storia si è accesa recentemente: anche lui passato dal settore giovanile del Genoa, ora all’Atalanta, ma impossibilitato a vestire l’azzurro per questioni legate alla cittadinanza. Con Ekhator lo scenario è completamente diverso: è italiano a tutti gli effetti, fortunatamente anche dal punto di vista legale. Niente ostacoli burocratici, nessun compromesso o attesa infinita.

 

La Nazionale maggiore, oggi, non ha fretta ma neppure preclusioni: Gattuso e il suo staff osservano, e l’Under 21 è il corridoio privilegiato per il salto. Se continuerà a trovare spazio e minuti in Serie A, la chiamata potrà diventare più di un’ipotesi. Anche perché la storia recente degli attaccanti italiani è particolare: oltre a Kean e Retegui, recentemente c'è grande difficoltà a trovare qualcuno in grado di incidere. Con un vantaggio in più rispetto a molti coetanei: Ekhator non è un nome da scoprire, è già dentro il radar.

 

Cosa fare al Fantacalcio con Ekhator

 

Chi gioca al Fantacalcio sa che certi nomi vanno presi prima che esplodano, non dopo. E Jeff Ekhator rientra perfettamente in quella categoria di giocatori che oggi costano il giusto e domani fanno pentire chi li ha lasciati lì. Il posto da titolare, al momento, è il suo: Colombo fatica a trovare continuità e Gilardino lo manda in campo con la naturalezza di chi ha già deciso le gerarchie.

 

Ma il vero valore aggiunto è la versatilità. Ekhator nasce punta centrale ma può adattarsi anche largo: se Vitinha non convince o se Norton-Cuffy dovesse arretrare stabilmente sulla linea difensiva, lui è il primo indiziato a occupare quello spazio. Significa minuti, bonus potenziali e una titolarità che non dipende da un solo ruolo.

 

Per chi ha ancora il mercato aperto nella propria lega, è il momento di pensarci seriamente. E per chi aspetta gennaio e il mercato di riparazione, metterlo nel taccuino non è un consiglio, è un promemoria. Perché quando un 2006 inizia a segnare col tacco in Serie A, spesso è già tardi per accorgersene.