
Neymar tra Napoli e Inter: le voci di mercato e come potrebbe rilanciarsi in Serie A
Il nome di Neymar continua a far rumore, e questa volta l’eco arriva fino alla Serie A. Dalla spiaggia di Santos ai riflettori di Napoli e Milano, le voci di mercato parlano di un possibile approdo del fuoriclasse brasiliano nel nostro campionato. Fantacalcio? Forse. Suggestione? Sicuro. Ma intanto i tifosi già sognano dribbling e colpi di tacco.
In questo articolo proveremo a capire perché Neymar pensa a un rilancio in Europa, quali sono i motivi che potrebbero spingerlo lontano dal Brasile e, soprattutto, come potrebbe incastrarsi nei sistemi di gioco di Napoli e Inter, due squadre con filosofie diverse ma entrambe potenziali palcoscenici per il suo talento.
Calciomercato, Neymar al Napoli o all'Inter? Cosa succede
Il mercato, si sa, vive anche (e soprattutto) di suggestioni. E quando il nome è Neymar, l’eco diventa inevitabilmente mondiale. Nelle ultime settimane sono rimbalzate indiscrezioni che vedono l’asso brasiliano accostato a due big di Serie A: Napoli e Inter. Il motivo? Semplice: a gennaio 2026 Neymar sarà libero a parametro zero, con il contratto in scadenza al Santos. Questo dettaglio rende l’operazione improvvisamente più “umana”, persino per club italiani non abituati a certe follie di mercato.
Le voci parlano soprattutto dell’Inter, considerata la pista più concreta: contatti già in estate, tentativi rimandati per dubbi fisici, ma l’idea resta viva. L’ipotesi Napoli, invece, è rimasta più sullo sfondo, con i partenopei che avrebbero riflettuto ma senza affondare il colpo, almeno per ora. Insomma, non siamo ancora alle firme e alle presentazioni con sciarpa allo stadio, ma lo scenario ha una sua logica: Neymar cerca una nuova sfida in Europa, l’Inter (e chissà, magari anche il Napoli) potrebbe offrirgli un palcoscenico di primo piano e la chance di tornare a brillare.
Perché Neymar vuole lasciare il Santos
Il ritorno in Europa non è solo una questione di prestigio. Per Neymar, la vera motivazione si chiama Mondiale 2026. Dopo anni di infortuni e di intermittente brillantezza, il fuoriclasse brasiliano sa che la maglia verdeoro non è più un diritto acquisito, ma un premio da riconquistare.
Lo stesso Carlo Ancelotti, oggi alla guida del Brasile, è stato chiaro: Neymar può ancora fare la differenza, ma solo se torna al 100% della forma fisica. Non basta il nome, non bastano i ricordi. Servono minuti, ritmo e continuità ad alti livelli. Sì, è il marcatore più profilico della storia della Seleção, è vero: ma oggi le alternative sono tante.
E qui, infatti, arriva il nodo: il reparto offensivo della Seleção è probabilmente il più affollato e competitivo del mondo. In concorrenza ci sono Vinícius Jr. e Rodrygo dal Real Madrid, l’enfant prodige Endrick, l’esperienza di Richarlison, la velocità di Raphinha, la freschezza di Savinho, l’esplosività di Martinelli e persino un Antony in cerca di rilancio. Una lista infinita di talenti, tutti pronti a contendersi un posto al sole.
Per questo Neymar sa che restare in Brasile non basta. Per convincere Ancelotti e garantirsi il biglietto per il Nord America, deve tornare a confrontarsi con il calcio europeo, dimostrare che la sua classe non è un ricordo e che il numero 10 può ancora illuminare i campi che contano.
Come giocherebbero Napoli e Inter con Neymar
Dimentichiamoci il Neymar del Barcellona, quello che devastava le difese con strappi e cambi di passo. Dimentichiamoci anche il Neymar del PSG, che alternava lampi di genio a pause forzate dagli infortuni. Oggi, a quasi 34 anni, il brasiliano è un calciatore diverso: meno velocità, meno dribbling “alla PlayStation”, ma ancora tanta tecnica pura, visione di gioco e capacità di legare i reparti. Non più un esterno da uno contro uno continuo, ma un giocatore da trequarti, capace di creare superiorità numerica con il tocco, i filtranti e l’intelligenza calcistica.
Il valore aggiunto? Un Neymar del genere aumenterebbe in modo esponenziale il tasso tecnico di qualsiasi squadra di Serie A, pur con il limite evidente della condizione fisica: non garantirebbe continuità atletica, ma potrebbe essere decisivo nei momenti chiave.
Immaginarlo nel Napoli significa collocarlo nella trequarti del 3-4-2-1, magari al posto di un McTominay, al fianco di un De Bruyne: due cervelli calcistici in grado di inventare calcio per Højlund. In alternativa, nel 3-4-1-2, Neymar potrebbe agire da seconda punta, spalla tecnica di Højlund, con libertà di svariare e inventare. La sua presenza darebbe qualità negli ultimi 30 metri, ma costringerebbe la squadra a proteggerlo, soprattutto nei ripiegamenti difensivi.
All’Inter, invece, il suo inserimento sarebbe più “chirurgico”. Potrebbe prendere il posto di un Mkhitaryan o di un Sucic nella linea dei centrocampisti più tecnici, lasciando a Barella i compiti di equilibrio. Da quella posizione, Neymar avrebbe campo libero per fare ciò che sa meglio: ricevere tra le linee e innescare la coppia Lautaro–Thuram. La sua capacità di inventare filtranti e rifinire l’azione potrebbe aggiungere un’arma in più a un’Inter già molto solida, ma che a volte fatica a trovare la giocata imprevedibile contro le difese chiuse.