Tra gli allenatori più in voga del calcio europeo c’è sicuramente l’italiano Francesco Farioli, reduce dall’ultima esperienza con l’Ajax dopo le prime avventure in Turchia e poi col Nizza. La sua filosofia si ispira al calcio posizionale di Roberto De Zerbi, di cui è stato collaboratore per diversi anni tra Benevento e Sassuolo. Da diversi anni ormai Farioli sta portando in giro per l’Europa il suo approccio metodico e profondamente filosofico al gioco, facendo parlare di sé nonostante i risultati, nell’ultimo campionato con l’Ajax, non l’abbiano premiato sulla linea del traguardo. Una carriera in ascesa, inaspettata e affascinante, col suo nome che sta rapidamente emergendo come uno dei migliori giovani allenatori della sua generazione.

 

Stile di gioco di Farioli: possesso palla e solidità

 

La costruzione dal basso, abbinata a un pressing alto per recuperare rapidamente il pallone, sono alla base del calcio posizionale di Farioli. Cerca di dominare la zona centrale del campo, provando insistentemente a dettare i tempi e il ritmo della partita. Uno dei suoi principali meriti all'Ajax è stato l’aver restituito alla difesa organizzazione e compattezza, rendendolo il reparto che ha registrato il minor numero di reti subite dell'Eredivisie, con solo 18 gol incassati in campionato, il numero più basso in tutta Europa. Questo equilibrio tra attacco e difesa ha permesso all'Ajax di competere per il campionato fino alla fine, ma non è bastato per difendere il titolo, poi andato al PSV.

 

Il modulo di Farioli: il nuovo volto del calcio europeo

 

Sotto la guida di Farioli, l'Ajax ha vissuto una stagione di grande rilancio. Dopo un inizio difficile, la squadra ha raggiunto la vetta dell’Eredivisie mentendosi sempre in controllo della leadership grazie al 4-3-3 di Farioli che garantiva un centrocampo sempre dinamico e un tridente offensivo versatile. Uno degli aspetti più importanti del lavoro di Farioli all’Ajax è stato l'incremento del valore economico della rosa. Nonostante investimenti limitati sul mercato, il valore complessivo dei giocatori è aumentato già nei primi mesi della stagione, segno evidente dell'impatto positivo del tecnico italiano, che a fine stagione, dopo aver perso il titolo all’ultima giornata, ha deciso di lasciare la panchina olandese.

 

L’Ajax di Farioli e le differenze con De Zerbi

 

Il possesso palla, nel concetto di calcio di Farioli, è sempre stato uno strumento da sfruttare per creare superiorità numerica nelle zone chiave del campo. Le sue squadre costruiscono l’azione fin dai difensori centrali, con il portiere coinvolto nella manovra, mentre in fase di non possesso, applica un pressing organizzato per provare il recupero alto e  rapido del pallone nella metà campo avversaria.  L’influenza di Roberto De Zerbi - suo mentore e primo riferimento - è visibile, ma Farioli ha sviluppato uno stile più equilibrato, magari meno rischioso nella fase di uscita e più attento all’organizzazione difensiva. Questo equilibrio tra estetica e risultato è una delle chiavi del suo successo all’Ajax.

 

Francesco Farioli: il filosofo del pallone

 

Farioli è laureato in Filosofia e appassionato di neuroscienze applicate allo sport. Applica al calcio un metodo di lavoro razionale, non a caso è considerato un “allenatore pensante”, attento tanto agli aspetti tattici quanto a quelli umani e motivazionali. Dal punto di vista tecnico, Farioli è un sostenitore del gioco posizionale, le sue squadre cercano di gestire il ritmo della partita attraverso il possesso e l’occupazione di determinati spazi, senza però rinunciare alla verticalità quando necessario.