Alex Zanardi: dagli inizi in Formula 1 alla leggenda

 

Alex Zanardi, nato a Bologna il 23 ottobre 1966, è uno degli sportivi italiani più amati e ammirati al mondo. Ex pilota di Formula 1 e campione paralimpico, è sopravvissuto a due gravissimi incidenti: il primo in auto nel 2001, il secondo in handbike nel 2020. Oggi, dopo anni di ribilitazione, continua nella sua casa il suo percorso di miglioramento, tra le cure dei suoi familiari e con l’affetto di tutti gli sportivi che ne hanno conosciuto l’incredibile storia.

 

Cresciuto a Castel Maggiore, fin da bambino Alex Zanardi aveva un sogno: correre più veloce di tutti. Dai kart alle prime gare ufficiali, fu subito evidente il suo talento e la strada verso il professionismo fu rapidissima. Negli anni ’90 arrivò tra i migliori piloti del mondo, nella categoria più importante dell’automobilismo, approdando in Formula 1, correndo per team come Jordan, Minardi, Lotus e Williams. Ma a Zanardi non bastava, e i quegli stessi anni si dedicò anche ai Cart: la consacrazione arrivò in America, nella CART, dove vinse due titoli mondiali consecutivi (1997 e 1998). La sua carriera sembrava lanciata verso successi infiniti… fino al giorno che cambiò tutto.

 

Il primo drammatico incidente di Alex Zanardi

 

Il 15 settembre 2001, al Lausitzring in Germania, Alex stava disputando una gara di campionato CART. A pochi giri dal termine, dopo un pit stop, perse il controllo dell’auto. La monoposto finì nella traiettoria di Alex Tagliani e l’impatto fu devastante. Le immagini dell’incidente fecero il giro del mondo: l’auto di Alex Zanardi ch eveniva letteralmente spezzata in due dalla vettura di Tagliani lasciarono tutti sotto shok ed ern in pochi a credere che il pilota bolognese se la sarebbe cavata.

 

Zanardi era sopravvissuto ma le conseguenze dell’impatto erano gravissime: amputazione di entrambe le gambe e perdita di quasi tutto il sangue. I medici riuscirono a salvarlo dopo sedici interventi chirurgici e diversi arresti cardiaci. Quel giorno, Alex non perse solo le gambe: dovette reinventare completamente la sua vita.

 

La rinascita dopo il 2001

 

Pochi avrebbero avuto la forza di reagire come lui. Grazie a protesi speciali e ad adattamenti ingegnosi, Zanardi tornò a guidare in pista. Ci fu grnde commozione quando, nel 2003, completò simbolicamente i 13 giri che gli mancavano il giorno dell’incidente, registrando tempi sorprendentemente competitivi. Non era tipo da lasciare imprese incompiute, Alex Zanardi, e presto il mondo ne avrebbe avuto la riprova. Malgrado il suo crpo avesse subito danni gravissimi, la sua mente era sempre quella del campione, con un solo obiettivo: dare il massimo e vincere ancora.

 

Alex Zanardi e il paraciclismo: storia di un vincente contro ogni sorte

 

La tenacia di Alex Zanardi era una variabile che il destino non aveva considerato: anche nel suo nuovo corpo, “Zanna” sentiva di dover dare il massimo, e si reinventò una seconda gloriosa carriera, dedicandosi all’handbike. I risultati furono straordinari: Alex arrivò a conquistare ben quattro ori paralimpici tra Londra 2012 e Rio 2016, laureandosi più volte anche campione del mondo nella stessa disciplina. Nessuno vedeva più in Zanardi il campione sfortunato che aveva dovuto arrendersi alla sorte, per tuti era ormai il simbolo vivente di resilienza e determinazione.

 

Il secondo incidente: Alex Zanardi e l’handbike

 

Purtroppo il destino riservava ancora una prova terribile per il campione bolognese: il 19 giugno 2020, durante una staffetta benefica in Toscana, Alex a bordo della sua handbike si scontrò incredibilmente con un camion. Le lesioni, questa volta, furono soprattutto craniche e facciali, e le sue condizioni apparvero subito critiche. Fu ricoverato d’urgenza, operato più volte e tenuto in coma farmacologico per settimane. Anche stavolta, il mondo sportivo e il pubblico rimasero col fiato sospeso, anche stavolta si temette l’epilogo peggiore per questo grande e sfortunatissimo atleta.

 

Alex Zanardi oggi: il lungo percorso di riabilitazione

 

La tempra di Alex Zanardi però dette un’altra prova del suo spessore: dopo mesi in ospedale, Zanardi vide stabilizzate le sue pur critiche condizioni e tornò a casa, seguito costantemente dalla moglie Daniela Manni, dal figlio Niccolò e da un team di medici e fisioterapisti, intraprendendo in grande riservatezza un percorso di recupero difficilissimo, ma che è stato definito lento e costante. Comprensibile la scelta della famiglia di mantenere sulle condizioni del campione riservatezza totale: nessun bollettino medico dettagliato, nessuna intervista che sveli particolari. La scelta è dettata dal desiderio di proteggere la privacy di Alex e di evitare speculazioni. Come ha più volte ribadito Daniela, la priorità è permettere a suo marito di concentrarsi sulla riabilitazione, lontano dal rumore mediatico. E ai suoi tifosi Alex Zanardi ha già dato tatissimo, con il suo esempio  che vale più dei tantissimi successi.

 

Zanardi, come sta oggi: le sue condizioni

 

A cinque anni dall’incidente in handbike, le uniche certezze sono che Alex è a casa, segue terapie specialistiche e affronta un recupero lungo e complesso. Non ci sono conferme ufficiali sul grado di comunicazione o di autonomia motoria raggiunto. Nonostante ciò, il suo nome continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo. La sua figura è ormai sinonimo di forza, coraggio e volontà.