Analisi
Come gioca il Genoa di Daniele De Rossi: moduli, tattiche e stile di gioco
Daniele De Rossi sbarca al Genoa, e subito l’attenzione si sposta su una domanda chiave: che tipo di calcio porterà in rossoblù? Dopo l’esperienza alla Roma e la parentesi alla Spal, l’ex capitano giallorosso arriva a Marassi con idee chiare e un’identità tattica ben definita. Non è più solo il guerriero del centrocampo che tutti ricordano: oggi De Rossi è un tecnico moderno, attento ai dettagli e con una filosofia che unisce intensità, costruzione dal basso e compattezza difensiva.
In questo articolo, come un aggiornamento rispetto al passato, andremo a scoprire come gioca De Rossi, quali moduli preferisce, e soprattutto che tipo di mentalità proverà a imprimere al suo nuovo Genoa. Un mix di pragmatismo e ambizione, figlio della sua storia da giocatore e delle influenze assimilate nel corso della carriera.
Come gioca De Rossi: moduli, tattiche e stile di gioco dell'allenatore
Il punto di partenza del calcio di Daniele De Rossi è il 4-3-3, un modulo che rappresenta la base del suo pensiero, ma che si adatta con fluidità alle caratteristiche della squadra e alle situazioni di gioco. L’idea è quella di una costruzione dal basso pulita e ragionata: si parte dal portiere e si coinvolgono i difensori centrali, come Mancini e Ndicka, con l’obiettivo di attirare la pressione avversaria per poi trovare spazi da attaccare.
Nel momento in cui la palla supera la prima linea, il gioco di De Rossi si apre: ricerca della superiorità numerica, movimenti coordinati e linee di passaggio sempre pronte a disordinare l’avversario. Gli esterni e i terzini spingenti sono fondamentali in questa idea di calcio: sviluppano l’azione sulle fasce, alternando cross tesi a tagli interni per sorprendere la difesa.
Al tempo stesso, De Rossi si è già dimostrato un allenatore duttile. Giovane, sì, ma con una mentalità flessibile. Alla Spal, per esempio, aveva scelto un 3-5-2 (o 3-4-1-2) che in fase di non possesso diventava un 5-3-2 compatto. Gli esterni avevano il doppio compito di spingere e coprire, mentre le sue certezze si chiamavano Salvatore Esposito in regia e Andrea La Mantia in attacco. Quella Spal è stata, di fatto, un laboratorio aperto, una squadra in costruzione che stava cercando di assimilare i principi del suo nuovo tecnico.
Ma se c’è una cosa che De Rossi ha mostrato fin da subito, è la capacità di valorizzare i giovani. Merito forse del suo passato da capitano, sempre pronto a far crescere i compagni, o della sua esperienza da presidente dell’Ostiamare, realtà in cui ha imparato a leggere il talento. E questo aspetto potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa anche nella sua nuova avventura al Genoa.
Come giocherà il Genoa di De Rossi: la probabile formazione
Con il materiale a disposizione, è probabile che Daniele De Rossi riparta dal suo modulo di riferimento: il 4-3-3. Una scelta coerente con la sua idea di calcio, costruzione dal basso, ricerca del possesso e ampiezza, ma che richiederà qualche adattamento, soprattutto sugli esterni offensivi, dove il Genoa non abbonda di ali pure.
In porta, il ballottaggio resta aperto, ma Siegrist potrebbe scavalcare Leali grazie a una maggiore sicurezza con i piedi, qualità molto apprezzata da De Rossi in fase di impostazione.
In difesa, le certezze sono Vásquez e Østigård al centro, due profili solidi e complementari. Sulle corsie, invece, spazio a Norton-Cuffy e Martín, che potrebbero diventare protagonisti assoluti con le loro proiezioni offensive: il nuovo tecnico chiederà loro spinta, corsa e capacità di creare ampiezza.
Il centrocampo rappresenta probabilmente il reparto più interessante. De Rossi ama costruire da lì il suo gioco, e può contare su diversi giocatori tecnici e dinamici. Valentín Carboni, in particolare, è il nome da tenere d’occhio: sotto la guida dell’ex capitano della Roma potrebbe crescere in continuità e responsabilità, trovando spazio tra le linee o partendo più largo per accentrarsi. Accanto a lui, Thorsby e Malinovskyi garantiscono equilibrio e fisicità, mentre Stanciu resta l’alternativa di esperienza, utile per gestire il ritmo nelle fasi più delicate. Ellertsson, invece, sembra destinato a diventare un’arma preziosa a gara in corso, per la sua energia e capacità di rompere gli equilibri.
In attacco, il discorso è più fluido: il Genoa resta un cantiere aperto. Cornet parte come punto fermo sulla fascia, mentre sull’altro lato De Rossi potrebbe sperimentare: Ekhator è un’opzione interessante, capace di agire sia da esterno che da punta. Vitinha, con la sua duttilità, può diventare il jolly offensivo perfetto, muovendosi tra le linee o agendo da falso nove. E occhio anche a Ekuban, che grazie alla sua corsa e al lavoro sporco potrebbe ritagliarsi minuti importanti da ala atipica. Colombo, con molte probabilità, la prima punta da cui ripartire per dare punti di riferimento.
- Genoa (4-3-3): Siegrist; Norton-Cuffy, Vasquez, Ostigard, Martin; Carboni, Thorsby, Malinovskyi; Cornet, Colombo, Ekhator. All. De Rossi.