"Non mi sono mai sentito così vuoto. Mi sento solo, devo risolvere i problemi con me stesso". Inizia così la confessione di Alexander Zverev, numero 3 del ranking ATP dopo l'eliminazione al primo turno di Wimbledon. In conferenza stampa, in seguito al KO col francese Rinderknech, ha sorpreso i presenti con delle rivelazioni totalmente inaspettate: "La causa della sconfitta? Direi più mentale. A volte mi sento molto solo là fuori, faccio fatica. Sto cercando di trovare il modo di uscire da questo buco, ma continuo a starci dentro". Sintomi che si riconducono facilmente nel contesto della depressione. Il tennista, che recentemente aveva parlato della sua lotta contro il diabete - "Non gli ho mai permesso di fermarmi" - si trova, ora, davanti all'ennesima sfida della propria vita. 

 

Zverev, l'inaspettata confessione a Wimbledon 2025

 

Il tennista tedesco ha dato ulteriori dettaglio sulla sua situazione, spiegando di soffrirne da mesi: "Non mi era mai successo prima e non ho risposte adesso. Soluzioni? Forse per la prima volta nella mia vita avrò bisogno di andare in terapia". Non certamente un problema relativo al tennis: "Anche quando vinco partite, non ho la sensazione che provavo prima. Ero al settimo cielo e mi sentivo motivato. Ora non più (...) Devo prima risolvere i problemi con me stesso per uscirne, è come andare a dormire e non avere la motivazione per il giorno dopo. Non avere voglia di svegliarsi e andare a lavoro". 

 

La depressione nello sport: da Ilicic a Osaka

 

La depressione sembra aver invaso anche il mondo dello sport, con tanti esponenti che hanno parlato pubblicamente delle proprie sofferenze. Prima di Zverev, era stato il turno del fortissimo nuotatore Adam Peaty, considerato il miglior ranista al mondo. Che scelse di annunciare lo stop alla sua attività. "Sono stanco, non sono me stesso", le sue parole. Ci sono anche tanti esempi relativi al mondo del calcio: Ilicic, ex Atalanta, ne sa qualcosa. Lo sloveno si fermò, forse, nel momento migliore della sua carriera. Lo stesso Gasperini, suo allenatore alla Dea, ne parlò pubblicamente, ponendo il focus sull'importanza della salute mentale: "La nostra testa è una giungla, non è facile per gli psicologi, figurarsi per noi". 

 

Rimanendo nel contesto del tennis, Naomi Osaka spiegò nel 2021, agli US Open, di doversi fermare per prendersi cura della propria salute, rivelando di aver sofferto per molti anni di una grave depressione e forti stati d'ansia. Proprio quando era sul tetto del mondo, anche Simone Biles, una delle ginnaste più forti di sempre, fu costretta a dire basta. "Devo concentrarmi sulla mia salute, non mettere a repentaglio il mio benessere", spiegò pubblicamente. Un ritiro che arrivò durante le Olimpiadi di Tokyo 2020, che fece molto discutere ma che pose, forse per la prima volta, l'importanza della salute della propria mente, centrale nel mondo dello sport. 

 

Depressione nello sport, Buffon: "Ecco come l'ho superata"

 

Un caso tutto italiano coinvolge il campione del mondo del 2006, Gigi Buffon. L'ex portiere raccontò di aver sofferto di depressione quando era ancora molto giovane, tra i 24 e i 25 anni, ma che subito capì quanto fosse importante parlare della malattia per poterla superare: "La mia fortuna è che se sono in un momento di difficoltà, non mi vergogno a mostrarmi debole. Questo modo di fare, di mostrarsi un essere umano con dei limiti, è un qualcosa che mi ha aiutato a superare questa prova".