A Wimbledon il servizio non parte mai da zero. Prima ancora che scendano in campo i tennisti, c’è chi vola alto — letteralmente — per assicurarsi che tutto fili liscio. Non ha racchetta, non firma autografi, e il suo lavoro consiste nel terrorizzare… i piccioni. Il suo nome? Rufus. E da qualche tempo ha anche un collega, Horace. No, non è una gag. A Wimbledon, i falchi sono parte integrante dell’organizzazione del torneo: pattugliano l’erba, sorvolano il Centre Court, e mantengono un equilibrio che nessun drone potrebbe replicare.

 

Chi è Rufus, il falco di Wimbledon (e cosa fa)

 

Rufus non ha bisogno di una classifica ATP: è riconosciuto a vista, ha un badge ufficiale del torneo e — sì — anche un discreto seguito sui social. È un Harris’s Hawk (poiana di Harris) e dal 2008 è il falco “titolare” di Wimbledon. Il suo lavoro è tanto semplice da spiegare quanto fondamentale per la liturgia del torneo: scoraggiare l’invasione dei piccioni. Non li attacca, non li insegue come un rapace da caccia, li dissuade. E ci riesce benissimo: la sola vista di Rufus in volo basta a convincere i volatili più ostinati a cercare altri campi, magari meno prestigiosi.

 

Ogni mattina durante Wimbledon, Rufus entra in scena prima dei giocatori: sorvola i campi, monitora il cielo e impone la sua autorità naturale sull’intero All England Club. Fa base con il suo falconiere e resta operativo fino a inizio match. Non si muove a comando: lavora con cibo come ricompensa e ha persino un localizzatore GPS per eventuali fughe di libertà.

 

Rufus è diventato una piccola celebrità. È stato protagonista di servizi TV, articoli e persino di un furto: nel 2012 fu rubato per tre giorni e poi ritrovato, sano e salvo. Da allora, il suo nome è diventato leggenda: è, a tutti gli effetti, il custode alato dei campi più iconici del tennis.

 

Wimbledon, ecco Horace: il falco del futuro

 

Ma anche i falchi non volano per sempre. Rufus ha ormai superato i 16 anni, una bella età per un rapace da lavoro, e l’organizzazione ha già pensato al futuro. Il suo nome è Horace, ed è l’apprendista perfetto: più giovane, addestrato con cura e pronto a raccogliere il testimone con la stessa autorità silenziosa del suo predecessore.

 

Horace non è ancora il protagonista, ma partecipa alle sessioni di protezione del campo con Rufus per familiarizzare con i ritmi del torneo. Volteggia accanto al maestro, osserva, impara. Quando Rufus andrà in pensione — il quando è ancora vago, dipende dalla salute e dalla reattività del veterano — sarà Horace a prendere in carico le redini (anzi, le ali) del controllo piccioni a Wimbledon.