Ormai non è più una sorpresa. Flavio Cobolli si è preso la scena nel 2025 e Wimbledon, il tempio del tennis mondiale, è stato il palco che ha consacrato il suo talento. Dopo anni di crescita costante, sacrifici e miglioramenti, il tennista italiano con un passato da promessa del calcio, ha raggiunto i quarti di finale dello Slam londinese, entrando nella Top 20 ATP e sognando un posto tra i primi 10 al mondo. Ma oltre ai numeri e agli exploit, chi è davvero Cobolli, e cosa contraddistingue il suo stile di gioco?

 

Un’esistenza combattuta: tra calcio e tennis

 

Classe 2002, nato a Firenze ma romano d’adozione, Flavio è figlio d’arte (il padre Stefano, oggi è il suo allenatore) e ha iniziato a giocare a tennis a tre anni, al Tennis Club Parioli, per poi passare al calcio, vestendo la maglia della Roma giovanile come terzino sotto l’occhio di Bruno Conti. A 13 anni, però, ha scelto il tennis: «Mi divertiva di più giocare e vincere da solo…», una decisione che riflette il suo forte bisogno di protagonismo. Secondo alcuni osservatori, questo passato calcistico si noterebbe ancora oggi, soprattutto nella rapidità di gambe e nella capacità tattica con cui sviluppa il gioco.

 

Lo stile di gioco di Cobolli: fondamentali equilibrati, niente punti deboli

 

Cobolli è un giocatore completo, capace di adattarsi a vari stili di gioco. È un destro con rovescio a due mani, ma è nel dritto profondo e carico di rotazione che risiede la sua arma più incisiva. Con questo colpo costruisce i punti, dettando il ritmo degli scambi. Il rovescio, preciso e affidabile, gli consente di rimanere solido anche contro avversari aggressivi. Le risposte mostrate a Wimbledon, con traiettorie taglienti e insidiose, dimostrano un'evoluzione tecnica importante. Pur non eccellendo per potenza, è riuscito a tenere testa a Djokovic per quattro set, mostrando maturità e concentrazione. Insomma: Cobolli non ha ancora i colpi di Alcaraz o la tenuta mentale di Sinner, ma ha eliminato le lacune più evidenti e, se supportato da una buona condizione fisica, diventa un avversario temibile anche per i più forti.

 

Gambe da gladiatore sulla terra e sull’erba

 

La terra battuta è sicuramente la superficie su cui Cobolli si esprime meglio, quella che gli ha permesso di vincere i suoi primi due titoli ATP, eppure, contrariamente ai pregiudizi che vedono l’erba favorevole solo ai “grossi battitori”, il tennista azzurro ha brillato anche sui prati veloci di Wimbledon. Malgrado per sua ammissione l’erba non sia una superficie che ama, grazie al suo movimento rapido e preciso, che sposa un acume tattico superiore alla media, Cobolli si è dimostrato capace di gestire anche lì la potenza avversaria. La sua capacità di assorbire e girare intorno alla palla lo ha portato a battere anche Cilic su erba, sfruttando tattica e tenuta mentale più delle pure armi fisiche.

 

Servizio efficace e cervello in campo

 

Il servizio di Cobolli non punta sulla potenza pura, ma sulla precisione, varietà e strategia. Migliora quanto più cresce il suo approccio mentale, sempre più maturo e attento ai dettagli. Lo dimostra la capacità di servire punti diretti nei momenti decisivi, anche contro un campione come Djokovic.

 

Dietro l’apparente stile annoiato, in realtà c’è una mente tattica finissima. Il suo tennis è solido ed efficace, costruito con logica, equilibrio e flessibilità.
È in grado di accelerare, rallentare, salire a rete o restare paziente, in base all’avversario e al contesto. In momenti chiave ha mostrato nervi d’acciaio: contro Cilic, un rovescio incrociato nel momento decisivo e il break nel quarto set sono stati segnali inequivocabili della sua presenza mentale.

 

Incostanza: il rovescio della medaglia

 

Nonostante i miglioramenti, i limiti che Cobolli deve superare sono legati ancora alla sua incostanza nell’ottenere prestazioni e risultati di livello. Su alcune superfici – compresa la terra – ha alternato prestazioni brillanti a giornate opache, spesso a causa di un calo di ritmo o condizione fisica non ottimale. Ne sono un esempio le difficoltà affrontate nei Challenger e nei tornei minori a inizio 2025, in contrasto con i grandi risultati raccolti nella stessa stagione.

 

Maturità in crescita, sostegno dai big

 

Il salto di qualità però sembra vicino, e passa anche dalle relazioni e dalle esperienze. Se la qualità del suo gioco ha beneficiato dei durissimi allenamenti con Sinner a Church Road, non c’è dubbio che la sicurezza di Cobolli sia uscita accresciuta dopo aver incassato la fiducia ricevuta da Djokovic e la stima tecnica espressa nei suoi confronti da Bertolucci e dal suo idolo Fognini. Tutti sono concordi nel rilevare una crescita costante e strutturata, che oggi lo vede avvicinarsi concretamente alle soglie della Top 10 mondiale.