Con la fine della stagione e l'attenzione che si sposta sul calciomercato, si torna a parlare dell'indice di liquidità. In vista della finestra estiva, il problema riguarderebbe ancora la Lazio - che ha già gatto i conti con parecchie difficoltà in passato -, ma ovviamente tutti i club sono tenuti al rispetto di questa norma che rischia, ogni anno, di paralizzare i trasferimenti. Lo stesso tecnico biancoceleste Maurizio Sarri, nella sua prima esperienza sulla panchina della Lazio, aveva commentato in conferenza stampa il tema dell'indice di liquidità: "Se mi aspetto acquisti a gennaio? Mah, on lo so, siamo un po' bloccati da questo indice di liquidità, che non neanche ben capito cosa sia". Proviamo allora a spiegarlo e a comprendere in che modo può continuare a condizionare il mercato della Lazio. 

 

Cos'è l'indice di liquidità?

 

Nel 2015, la Federcalcio, tra i vari criteri all'interno del sistema di controlli economico-finanziari, ha introdotto anche l'indice di liquidità. All'interno della NOIF, viene spiegato che "l'indicatore di liquidità, utilizzato per determinare l'eventuale carenza finanziaria, è calcolato attraverso il rapporto tra le Attività Correnti (AC) e le Passività Correnti (PC)". In sostanza, si tratta di un incide in grado di dimostrare quanto un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni a breve termine. Fino alla stagione 2023/24 il valore minimo è stato ammorbidito a 0,6, per poi salire a 0,7 nella stagione attuale. 

 

Ma perché questo dato è così importante e in grado di impattare sul mercato? Perché in due occasioni, durante la stagione (il 31 marzo e il 30 settembre), la COVISOC verifica che i club stiano rispettando il valore. E in caso di mancato rispetto della misura minima, "la COVISOC dispone la non ammissione ad operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori rispettivamente per la sessione estiva e per quella invernale". In sostanza, blocca il calciomercato in entrata dei singoli club. 

 

Indice di liquidità: come la Lazio e i gli altri club possono risolvere il problema

 

L'eventuale decisione della COVISOC, a onor del vero, non è definitiva: il provvedimento è revocabile in caso di intervento dell'azionista di maggioranza o degli azionisti in generale, che possono riportare in positivo l'indicatore di liquidità mettendo mano al portafoglio, tramite ad esempio: 

 

  • Versamenti in conto futuro aumento di capitale; 
  • Versamenti di capitale integralmente sottoscritto e versato e da effettuarsi esclusivamente in denaro; 
  • Finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci; 
  • Versamenti in conto copertura perdite. 

 

La Lazio e l'indice di liquidità: "vendere per comprare"

 

Esiste, ovviamente, una seconda strada per poter sbloccare gli acquisti, ed è quella che ha percorso la Lazio in passato, e dunque tramite le cessioni. "Vendere per poi comprare" è un vero mantra in situazioni di questo tipo. Il blocco degli acquisti, infatti, è tale "salvo che, per ogni acquisizione, la Lega di competenza riscontri l'integrale copertura del relativo costo, attraverso il saldo positivo derivante dalle operazioni di trasferimento dei calciatori precedentemente e/o contestualmente intervenute", si legge nelle NOIF. 

 

In sostanza, quindi, serve un saldo positivo tra acquisti e cessioni, ma non solo a livello di cartellino: la Lega tiene in considerazione anche quanto il giocatore che viene ceduto deve ancora ricevere da contratto per quanto riguarda stipendio e bonus, così come il valore complessivo del contratto del giocatore acquistato sempre tra stipendio e bonus. 

 

Tuttavia, non è necessario che ogni entrata e uscita sia effettuata nello stesso momento: il termine "contestualmente" viene interpretato come "all'interno dello stessa sessione di mercato". In questo caso, però, il calciatore acquistato non sarà tesserabile fino al momento in cui verrà depositata l'operazione in uscita a copertura dell'acquisizione.