
Come gioca Baroni? I moduli, le tattiche e le strategie
Marco Baroni si è affermato come uno degli allenatori più versatili e pragmatici del panorama calcistico italiano. Dopo aver guidato alla salvezza il Lecce e il Verona, Baroni ha preso le redini della Lazio nel 2024, portando la squadra a lottare per le prime posizioni in Serie A ma finendo poi al settimo posto e fuori dalle Coppe europee in virtù degli scontri diretti con la Fiorentina.
Il modulo e l’atteggiamento tattico di Baroni
Baroni non è un integralista del modulo; la sua filosofia si basa sull'adattamento delle tattiche alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Nel corso della sua carriera, ha utilizzato vari sistemi di gioco, principalmente il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Alla Lazio, ha spesso schierato la squadra con un 4-2-3-1, sfruttando la dinamicità dei centrocampisti e l'ampiezza degli esterni.
Fase di possesso: costruzione e verticalità
In fase di possesso, la Lazio di Baroni ha mostrato una costruzione paziente e organizzata. Solitamente, un centrocampista arretra per supportare la linea difensiva, mentre i terzini avanzano per ampliare il campo. Questo sistema crea una linea di sei uomini in costruzione, inclusi il portiere, e sfrutta le corsie esterne per creare superiorità. La squadra cerca di attrarre l'avversario su un lato del campo per poi cambiare rapidamente gioco e attaccare l'area con cross, risultando tra le prime squadre in Serie A per numero di cross effettuati. Non è un caso che il miglior calcio la Lazio lo abbia espresso quando ha potuto contare sulla massima forma del terzino sinistro Nuno Tavares.
Fase di non possesso: compattezza e pressing selettivo
In fase difensiva, Baroni opta per un pressing selettivo. La squadra difende in avanti, con attaccanti e centrocampisti che si sacrificano nella fase di non possesso, disturbando le linee avversarie e recuperando palla rapidamente. Nella Lazio questo lavoro era svolto principalmente dalla punta Castellanos e dai mediani Rovella e Guendouzi. La linea difensiva punta sulla marcatura a zona, con i centrali che aggrediscono gli attaccanti avversari.
Sulle fasce, Baroni accetta l’uno contro uno, con gli esterni avversari che infatti non vengono raddoppiati, ma se le mezzali o gli attaccanti avversari si spostano in questa zona del campo, le mezzali di Baroni e i difensori vanno a pressare. Si tratta di un atteggiamento che consente spesso alla squadra di recuperare palla e ripartire, ma che a volte fa trovare la difesa priva del supporto necessario delle mezz’ali e degli esterni d’attacco, situazione che nella stagione 2024-25 ha portato la Lazio ha subire molti gol.
Come sarà il Torino di Baroni: rapidità e sfruttamento degli spazi
Nella transizione offensiva, una volta recuperato il pallone, la squadra cerca immediatamente di verticalizzare, sfruttando la velocità degli esterni e la fisicità della punta per superare la prima linea di pressione avversaria. Si tratta sicuramente della migliore arma delle squadre di Baroni: gli esterni attaccano la profondità e possono essere una opzione per il lancio diretto. Questo approccio ha portato a un aumento delle occasioni da gol e a una maggiore imprevedibilità offensiva: nella Lazio, pur non essendoci più un bomber con le caratteristiche di Immobile, in molti sono andati a rete.
Prospettive al Torino: cosa aspettarsi e la probabile formazione
Considerando la rosa granata, è probabile che Baroni continui a utilizzare il 4-2-3-1, già usato da Vanoli. In fase difensiva Baroni cercherà di inculcare ai suoi un pressing selettivo e un'organizzazione compatta, mentre in attacco il Torino potrebbe beneficiare di un gioco verticale e dinamico, con un'attenzione particolare alle transizioni rapide e all'utilizzo delle fasce. Al netto di eventuali sconvolgimenti di mercato, questo modulo potrebbe esaltare le qualità di Ricci come ha fatto con quelle di Rovella, ma anche Casadei, che potrebbe essere schierato in linea con lui o come trequartista, potrebbe beneficiarne. Particolare attenzione poi riceverà Zapata: il centravanti in via di recupero completo sembra poter garantire quel lavoro da unica punta che nella Lazio ha fatto Castellanos, disponendo però di una maggiore dimestichezza col gol.
Baroni ha comunque dimostrato di saper adattare le sue tattiche alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, al Torino quindi potrebbe cercare di valorizzare al meglio le qualità della rosa, anche optando per una soluzione diversa, che magari preveda le due punte (Zapata e Sanabria?) e un centrocampo più muscolare, avendo una certa carenza di fantasisti.
Ad oggi, questa la formazione che sarebbe più probabile per il Torino di Marco Baroni:
Torino (4-2-3-1): Milinkovic-Savic; Dembele/Pedersen, Coco, Maripan/Walukiewicz/Masina, Biraghi; Ricci, Casadei; Lazaro, Vlasic, Karamoh/Njie; Adams/Zapata. (allenatore: Marco Baroni).