Dalla Sardegna al Club Italia: i primi passi nel volley

 

Alessia Orro, palleggiatrice della Nazionale italiana e del Fenerbahçe, è una delle registe più brillanti del volley mondiale. Dalla Sardegna alle vette del podio olimpico, la sua storia racconta talento, passione e determinazione.

 

Nata il 18 luglio 1998 a Narbolia, in provincia di Oristano, Alessia muove i suoi primi passi nella pallavolo con il club locale Ariete Oristano, inizialmente come centrale e opposta durante le sue prime stagioni in Serie C. Già in quelle prime esperienze, dimostra un’energia fuori dal comune e una comprensione del gioco che va oltre la sua età.

 

Nel 2013 arriva la chiamata che cambia tutto: viene selezionata per entrare nel Club Italia, progetto federale che raduna i migliori talenti giovanili del Paese. Qui, i tecnici individuano le sue qualità e decidono di trasformarla in palleggiatrice, un ruolo che richiede visione di gioco, precisione e grande lucidità mentale. Nei campionati successivi gioca in Serie B1, Serie A2 e, dalla stagione 2015-16, approda in Serie A1, affermandosi fin da subito come un talento di livello nazionale.

 

Club di vertice e trionfi internazionali: la carriera di Alessia Orro nei club

 

Nel 2017 Alessia si trasferisce all’UYBA di Busto Arsizio, una squadra storica della Serie A1. Con le farfalle vince la CEV Cup 2018-19, distinguendosi per qualità tecniche e leadership. La sua crescita è costante: lavora su rapidità, varietà di gioco e capacità di leggere le difese avversarie.

 

Nel 2020 passa alla Pro Victoria Monza (oggi Vero Volley Milano), con cui conquista un’altra CEV Cup nella stagione 2020-21. In questa occasione viene premiata MVP della finale, riconoscimento che certifica il suo ruolo centrale nei successi della squadra.

 

Dal 2025 inizia una nuova avventura all’estero, firmando per il prestigioso Fenerbahçe in Turchia, club che milita in uno dei campionati più competitivi al mondo. Qui Alessia porta la sua esperienza e il suo stile di gioco fatto di precisione, imprevedibilità e personalità.

 

Come professionista, è riconosciuta per la grande intelligenza tattica e la capacità di adattare il proprio gioco in base alle esigenze della squadra. La sua leadership in campo è evidente: dirige le compagne con sicurezza, incoraggia nei momenti difficili e sa assumersi responsabilità nei frangenti decisivi.

 

Azzurra da adolescente: la scalata di Orro fino al tetto del mondo

 

La storia in Nazionale di Alessia Orro è una scalata ininterrotta. Convocata già nel 2013 nelle selezioni giovanili, vince l’oro al Mondiale Under-18 e il bronzo al Mondiale Under-20 nel 2015. Questi successi attirano l’attenzione dello staff della Nazionale maggiore, che la inserisce stabilmente in squadra.

 

Con le Azzurre conquista l’argento al World Grand Prix 2017 e il bronzo agli Europei 2019. Il 2021 è un anno storico: l’Italia vince l’oro agli Europei e Alessia viene premiata miglior palleggiatrice del torneo.

 

Seguono altre medaglie: oro alla Volleyball Nations League 2022, bronzo ai Mondiali dello stesso anno, e nuovamente oro alla VNL 2024. Ma l’apice arriva a Parigi 2024, dove l’Italia trionfa alle Olimpiadi. Alessia è protagonista assoluta e ancora una volta si guadagna il titolo di miglior palleggiatrice, entrando nella storia dello sport italiano.

 

Il ruolo del palleggiatore: il cervello della squadra

 

Per comprendere appieno il valore di Alessia Orro, bisogna considerare l’importanza del ruolo di palleggiatore nella pallavolo. Si tratta del “regista” della squadra, il punto di riferimento in ogni azione d’attacco.

 

Il palleggiatore deve toccare il pallone quasi in ogni azione, decidere a chi passarla, modulare la velocità del gioco e sorprendere la difesa avversaria. È un ruolo che richiede concentrazione costante, rapidità di pensiero e una conoscenza profonda dei punti di forza e debolezza delle compagne.

 

Alessia eccelle in tutti questi aspetti: alterna alzate veloci alle bande a palle alte ai centrali, inserendo talvolta attacchi di seconda intenzione per spiazzare gli avversari. La sua capacità di leggere il muro e di capire in anticipo le mosse dell’altra squadra è una delle chiavi dei suoi successi.

 

Alessia Orro, famiglia e passioni

 

Figlia di una mamma allenatrice e di un papà appassionato di endurance a cavallo, Alessia cresce in contatto con la natura e con gli animali. Prima di dedicarsi completamente alla pallavolo, pratica equitazione a livello agonistico, partecipando a gare di resistenza fino a 30 km.

 

Fuori dal campo, è una persona riservata e genuina. Ama i cani, ascolta musica latina e reggaeton, e quando non è impegnata negli allenamenti o nelle partite si rilassa con amici e Netflix. La sua vita lontano dai riflettori è semplice: le piace cucinare piatti tradizionali sardi, trascorrere tempo in famiglia e godersi piccole pause tra un impegno sportivo e l’altro.

 

Nonostante il successo internazionale, mantiene un atteggiamento umile e concentrato. Spesso sottolinea come, per lei, i traguardi più importanti non siano solo le medaglie, ma la possibilità di crescere ogni giorno come atleta e come persona.

 

Dalla Sardegna alla regia delle Azzurre, Alessia Orro ha trasformato i primi passi in Serie C in una carriera internazionale straordinaria. Ma oltre alle medaglie e ai trofei, la sua forza si vede nella capacità di affrontare con serenità le sfide, senza mai perdere il contatto con la sua realtà di ragazza semplice e determinata. È l’immagine di una campionessa che, pur avendo raggiunto il tetto del mondo, non dimentica le origini, le passioni e la normalità che la definiscono.