Le Olimpiadi di Los Angeles 2028 vedranno l’avvento di nuovi sport nel programma. Uno di questi è il Flag Football. Il nome già offre qualche indicazione, ma in particolare si parla di una variante del Football americano, più dinamica e nella quale i contatti sono più limitati. Una disciplina che, negli ultimi anni, ha guadagnato popolarità anche al di fuori degli Stati Uniti. Se dovessimo sintetizzare in poche parole, è una versione del football più accessibile e sicura, ma che mantiene tutto il proprio fascino per quanto riguarda la tattica e la strategia.

 

Andiamo a scoprire qualcosa in più sul Flag Football.

 

Flag Football, la storia

 

Il Football americano è uno sport di contatto. E parliamo di contatti duri, al punto da far discutere sulla pericolosità di questa disciplina. Questo ne ha limitato la diffusione nel mondo, malgrado sia anche oggi lo sport più seguito negli Stati Uniti.

 

Le prime tracce di flag football le troviamo nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Questo tipo di gioco, chiamato inizialmente ‘Touch and Tail football’ veniva utilizzato dai soldati americani come attività ricreativa, senza correre il rischio di farsi male. C’è chi dice che le prime partite si siano disputate nel Maryland, a Fort Meade.

 

Nel dopoguerra, quindi, il Flag Football si diffonde anche nelle scuole, per la sua peculiarità di essere un gioco votato alla strategia e al movimento, piuttosto che al contatto fisico. Negli anni ’60 iniziano a far la comparsa delle prime leghe, che vanno a rafforzarsi sul territorio statunitense negli anni a seguire.

 

Il salto di qualità, in termini di diffusione di questo sport, si è registrato negli ultimi anni. Con l’assegnazione dei Giochi Olimpici a Los Angeles, la IFAF, Federazione Internazionale di Football Americano, in coabitazione con la NFL, si è adoperata per la diffusione del Flag Football fino a farlo inserire nel programma delle Olimpiadi.

 

Flag Football, le differenze con il Football americano e il Rugby

 

Quando parliamo di Flag Football dobbiamo partire da un presupposto. E’ una disciplina molto più simile al Football americano, piuttosto che il Rugby. Si tratta di uno sport nato come variante del Football classico, con meno contatto e con più movimento. Sicuramente più inclusivo, anche con un movimento femminile molto florido, ma che per i concetti rimanda a quel che vediamo nelle partite di NFL. Andiamo ora a scoprirne i regolamenti e la struttura.

 

Flag Football, come si gioca? Il regolamento

 

Una partita di Flag Football chiama in causa due squadre, composte da 5 giocatori e rose di 12 complessivi (esistono anche altre varianti con più giocatori) e l’obiettivo è quello di portare il pallone nel campo avversario, fino alla cosiddetta End Zone, dove si segna un touchdown. Un sistema che, per gli appassionati di NFL, risulta ben comprensibile.

 

Tuttavia qui non esiste il placcaggio. Per poter fermare l’azione avversaria, anziché atterrare gli attaccanti, i difensori devono cercare di strappare una bandierina, attaccata alla cintura del portatore di palla. Una volta presa la ‘flag’, l’azione si ferma.

 

Il campo da gioco è più piccolo rispetto a quello del football americano. Misura circa 70 per 30 yard (64 metri per 27,4). L’azione parte dalle 5 yard difensive della squadra in possesso e si hanno quattro tentativi per raggiungere e superare la linea di metà campo. Si tratta dei cosiddetti down. Se ci si riesce, si avranno a disposizione altri quattro down per raggiungere la endzone e segnare un touchdown. Il touchdown vale 6 punti, tuttavia dopo non c’è la possibilità di calciare. Le squadre possono puntare al turno extra correndo o passando o dalle 5 yard, e in tal caso farebbero un punto in più, o dalle 10 yard per puntare a realizzare due punti.

 

La partita dura 40 minuti, divisa in due tempi da 20. In caso di parità alla fine dei tempi supplementari, si va a un overtime nel quale chi realizza il primo touchdown vince.  Come nel football americano, le rose spesso si compongono di specialisti d’attacco, che giocano nelle fasi di possesso, e gli specialisti difensivi che, invece, entrano in campo quando non si ha la palla.

 

Uno dei ruoli fondamentali, anche qui, è quello del quaterback che è il primo a ricevere la palla e deve preoccuparsi di smistarla ai compagni in movimento.

 

Il Flag Football, lo sviluppo negli Stati Uniti e le Olimpiadi

 

Malgrado le differenze strutturali, negli Stati Uniti il Flag Football è sostenuto dalla lega nazionale di Football, la NFL, che vede questa disciplina come la chiave per espandere la notorietà dello sport sia a livello nazionale che, soprattutto, a livello mondiale. La richiesta di meno contatti, direttamente proporzionale alla riduzione del rischio infortuni, rendono infatti il Flag Football più appetibile su scala mondiale. E non è un caso che questa disciplina sia stata inserita nel programma dei Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. Insomma, una versione soft del football, che tuttavia non poteva mancare nella rassegna olimpica statunitense, nazione in cui è di gran lunga lo sport più diffuso. Tra l’altro in queste settimane, molte stelle della NFL stanno mostrando interesse per questa disciplina, per poter sognare il palcoscenico olimpico.

 

Sarà interessante capire ora come il Flag Football possa continuare il proprio processo di diffusione. Difficile immaginare che possa superare il football americano, tuttavia è una variante che, anno dopo anno, acquisisce credibilità e seguito. E le Olimpiadi non possono che giocare in suo favore.