

Sanremo 2026: andrà il vincitore all’Eurovision?
Nei giorni scorsi erano già trapelate le prime indiscrezioni sul regolamento di Sanremo 2026, e ora i dettagli ufficiali pubblicati dalla Rai confermano alcune novità che hanno immediatamente acceso il dibattito sul ruolo dell’Italia all’Eurovision Song Contest (ESC). La clausola in questione introduce un elemento di discrezionalità nella scelta del rappresentante italiano, tradizionalmente affidata in automatico al vincitore del Festival.
Secondo il documento ufficiale, “L’artista vincitore di Sanremo 2026 (o altro artista scelto dal Direttore Artistico in accordo con Rai) sarà designato da Rai a rappresentare l’Italia all’edizione 2026 dell’Eurovision Song Contest“. Questa precisazione ha generato discussioni immediate: significa che Carlo Conti, Direttore Artistico del Festival, potrebbe teoricamente selezionare un artista diverso dal trionfatore della competizione, purché la sua scelta riceva l’approvazione formale della Rai. L’azienda di Stato ha comunque voluto chiarire che, nella stragrande maggioranza dei casi, il diritto di partecipare all’Eurovision spetta al vincitore di Sanremo, prevedendo l’intervento del Direttore Artistico solo in caso di rinunce o problematiche specifiche legate all’idoneità del brano o dell’artista al contesto internazionale.
La discrezionalità della scelta e il contesto Eurovision
La nuova clausola nel regolamento di Sanremo 2026 riflette la volontà di bilanciare la tradizione del Festival con le esigenze competitive e l’impatto internazionale dell’Eurovision.
La necessità di flessibilità internazionale
L’apertura a selezionare un artista diverso dal vincitore sembra essere stata studiata per evitare situazioni critiche. In passato, si sono verificati casi in cui il trionfatore del Festival ha rifiutato di partecipare all’Eurovision (come nel caso di Olly) o ha portato brani considerati troppo distanti dai gusti pop europei. In queste circostanze, il Direttore Artistico ottiene la facoltà di intervenire, selezionando un concorrente o un brano ritenuto più idoneo per il palcoscenico continentale, senza dover modificare il regolamento del Festival in corso d’opera.
Il legame tra Italia e Eurovision è storicamente altalenante. Dopo il ritiro del 1997, l’Italia è tornata ufficialmente solo nel 2013 come membro dei “Big Five”, ottenendo l’accesso diretto alla finale. Il vero punto di svolta, tuttavia, è arrivato nel 2021 con la vittoria dei Maneskin, che ha trasformato l’ESC in una vetrina internazionale di enorme impatto per gli artisti italiani.
Il dibattito sulla trasparenza
Negli ultimi anni, molti operatori del settore e giornalisti hanno espresso l’auspicio di istituire una commissione ad hoc per selezionare l’artista più adatto all’ESC tra i partecipanti di Sanremo. Un timore simile era emerso lo scorso anno, quando la vittoria di Geolier con il suo rap in napoletano aveva sollevato dubbi sulla sua idoneità per l’Eurovision. Fortunatamente, la successiva vittoria di Angelina Mango con il brano pop “La noia” ha rassicurato, dimostrando che Sanremo può ancora scegliere artisti in linea con il gusto internazionale.
Nonostante il dibattito, il regolamento 2026 non prevede ancora l’istituzione di un vero e proprio gruppo di esperti. La scelta resta affidata alla combinazione tra classifica finale e la discrezionalità del Direttore Artistico. Questo approccio ha diviso l’opinione pubblica: da una parte, chi invoca maggiore trasparenza e rispetto per la classifica; dall’altra, chi apprezza la possibilità di inviare all’Eurovision un nome realmente competitivo. L’obiettivo di Conti e della Rai per Sanremo 2026 è chiaro: competere ai massimi livelli, senza limitarsi automaticamente al solo vincitore.
27 Ottobre 2025
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