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Chat GPT o1: OpenAI sfida i dottorandi con la nuova AI

OpenAI ha presentato una nuova generazione di modelli di intelligenza artificiale, o1, che dimostrano capacità di ragionamento paragonabili a quelle di dottorandi. Questi nuovi modelli, o1-preview e o1-mini, sono stati addestrati per affrontare problemi complessi in modo simile al pensiero umano, ottenendo risultati sorprendenti in ambiti come la matematica, la fisica e la programmazione.

Un salto in avanti nel ragionamento artificiale

La chiave di questo progresso risiede in un nuovo approccio chiamato “ragionamento a catena”, che permette ai modelli o1 di analizzare problemi complessi passo dopo passo, simulando il processo di pensiero umano. Questo approccio consente all’AI di provare diverse strategie, identificare errori e trovare soluzioni più efficaci.

Nei test, o1-preview ha dimostrato prestazioni paragonabili a quelle di studenti di dottorato in diverse discipline scientifiche. In particolare, eccelle in matematica e programmazione, dimostrando un livello di comprensione e risoluzione dei problemi che fino a poco tempo fa era ritenuto esclusivo dell’intelligenza umana.

Disponibilità e limitazioni

Attualmente, o1-preview e o1-mini sono disponibili in anteprima per gli utenti ChatGPT Plus, Team e sviluppatori API di livello 5. OpenAI prevede di estendere l’accesso a o1-mini anche agli utenti gratuiti in futuro.

Sebbene i nuovi modelli siano promettenti, presentano ancora alcune limitazioni. Mancano funzionalità presenti in GPT-4, come la navigazione web, il caricamento di file e alcune funzioni API avanzate. Inoltre, le garanzie sull’allineamento etico, pur rassicuranti, richiedono ulteriori verifiche.

Implicazioni per il futuro

L’arrivo dei modelli o1 segna una nuova ulteriore tappa nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Queste tecnologie potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo problemi complessi in ambito scientifico, educativo e professionale.

Tuttavia, è fondamentale affrontare con cautela le implicazioni di questa avanzata tecnologica. È infatti necessario garantire che l’intelligenza artificiale venga sviluppata e utilizzata in modo etico e responsabile, evitando rischi come la diffusione di disinformazione o la perdita di posti di lavoro.

Paolo Carta

Paolo collabora da anni con diversi magazine online e riviste cartacee del settore automotive. Appassionato di cinema, viaggi e di sport, non disdegna critiche e giudizi avversi alle serie tv. Nato nel 1978 nella provincia capitolina, è romano ma non romanista.

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